Oggi, forse più che mai, viviamo in un’epoca di febbrile
attività. Siamo bombardati da immagini che ci propinano come
modelli uomini e donne dalle vertiginose carriere, dalle turbinanti vite
mondane, dalle sfrenate attività sportive. Siamo tutti invitati a prendere come
esempio questo stile. I protagonisti appaiono
belli, sorridenti e pieni di vitalità. La corsa e i ritmi frenetici sembrano
rappresentare l’unica vera espressione di una vita di successo.
Con il risultato che spesso, nel confronto con questi
prototipi, molti si sentono frustrati, la vita appare banale, le energie
disponibili molto inferiori alle richieste.
Di fronte alle immagini proposte dalla moda o dalla
pubblicità, quanti si sentono di poter vantare uno stile sempre fresco,
impeccabile, adeguato in ogni circostanza? Ben pochi, credo.
Ma, vi svelo un segreto, non è un delitto essere persone
“normali”, non è un crimine venir sorpresi dalla pioggia con indosso le scarpe
più inopportune, né sbagliare clamorosamente stile, presentandosi a una festa
troppo sportivi o troppo eleganti, né c’è da vergognarsi a farsi trovare dagli
amici con indosso quella tuta assurda, che però è così comoda. Potrei
continuare all’infinito con la lista di situazione che fanno sentire “fuori
luogo”, ma, se ci penso, a me sembrano semplicemente situazioni autentiche,
vere, genuine, che capitano alle persone vere. Gli standard sono
statici, fermi nel tempo, artefatti.
Nessun abbigliamento potrà garantire la buona
riuscita di un incontro o il divertimento durante un’uscita in compagnia. Al
contrario, quello che rimarrà impresso nella memoria saranno le sensazioni, le
emozioni, la gioia o il dolore… e questi, fortunatamente, nessuno stereotipo li
può fornire preconfezionati.
Autenticità. È la prima parola chiave.
Ciao Nemesi, ho scoperto oggi il tuo blog. Veramente bello e interessante. Condivido l'argomento autenticità.
RispondiEliminaAndrea