martedì 27 novembre 2012

L'eredità di Calligaris

A volte una mentalità ottusa e conformista si limita a causare pregiudizi e dissapori, ma estesa a un gruppo di persone che detiene una forma di potere essa potrà privare l’umanità delle scoperte più geniali.
La storia che segue appartiene al secondo tipo, ma ha un lieto fine.
Iniziamo con un viaggio a ritroso nel tempo. 1901: un giovane laureando in medicina, il nostro Calligaris, discute la sua tesi di laurea dal titolo Il pensiero che guarisce all’Università di Bologna. Nello stupefacente trattato, Calligaris esamina le origini dell’allora nascente psicoterapia, scorgendone tracce già nelle primitive forme religiose del passato, fino a dimostrare l’influenza che lo spirito esercita sul corpo, precorrendo di svariati decenni le recenti conquiste psicologiche, neurolinguistiche, ecc. «Ogni suggestione - scrive - ha la tendenza a realizzarsi, ogni idea ha la tendenza a tradursi in atto: vale a dire, fisiologicamente parlando, ogni cellula cerebrale influenzata da un'idea influenza a sua volta le fibre nervose che devono realizzare quest’idea».

 

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